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Uso parti comuni condominio: regole, limiti e soluzioni

“Il cortile è nostro, sì… ma tuo figlio può usarlo come campo da calcio ogni pomeriggio?”. Chi vive in un condominio lo sa: le parti comuni sono come un palcoscenico condiviso. Un luogo dove si incrociano destini, abitudini, esigenze. Dove tutto è di tutti, ma niente è davvero “di qualcuno”. E come accade nei grandi testi teatrali, le migliori scene nascono proprio quando gli spazi si sovrappongono e le regole non sono chiare. Vediamo allora cosa si può fare – e cosa no – per quanto riguarda l’uso parti comuni condominio. E, soprattutto, come affrontare quei casi in cui un condomino si appropria (più o meno pacificamente) di qualcosa che non gli spetta.

Cosa si può fare nelle parti comuni del condominio?

La legge è chiara: le parti comuni sono di proprietà di tutti i condomini, e ciascuno ha diritto a usarle purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri di farne uso.

  • Vuoi mettere una pianta sul pianerottolo? Sì, ma non deve ostruire il passaggio.
  • Vuoi far giocare i bambini nel cortile? Certo, ma non può diventare un parco giochi privato.
  • Vuoi usare il sottoscala per il passeggino? Va bene, se non intralcia l’uscita di sicurezza.

La parola chiave per l’utilizzo parti comuni condominio è equilibrio: tra diritti personali e uso collettivo, tra libertà e rispetto.

Cosa è vietato fare negli spazi comuni di un condominio?

  • Occupare stabilmente uno spazio comune con oggetti personali (mobili, bici, fioriere, stendini…);
  • modificare l’aspetto delle parti comuni senza autorizzazione (una mano di vernice nel vano scala può sembrare un gesto nobile… ma non è legittimo);
  • utilizzare spazi per fini esclusivi, come se fossero propri (il cortile come parcheggio personale? No, grazie).

In molti casi, l’abuso si manifesta lentamente, con un tappeto lasciato lì “solo per una notte” che resta mesi, o con una sedia piazzata davanti al portone “per controllare chi entra”. Molto spesso ciò che è vietato non è scritto nero su bianco, ma deriva dal buon senso e dal regolamento condominiale. Alcuni esempi classici?

Cosa fare se un condomino occupa le parti comuni?

Qui entra in scena l’amministratore. La prima cosa da fare è verificare il regolamento: molte volte ci sono disposizioni precise che vietano l’uso esclusivo degli spazi comuni. Poi si può chiedere un intervento formale tramite una lettera di diffida o una convocazione assembleare per discutere la questione. Se la situazione non si risolve e l’occupazione continua, si può procedere anche legalmente, con l’aiuto di un avvocato, per chiedere la rimozione coatta dell’abuso o il ripristino dello stato dei luoghi. Come sempre, prima di salire sul palco con spada e scudo, è consigliabile provare con il dialogo e la mediazione. Ma se la diplomazia non funziona, il diritto ha i suoi strumenti per riportare equilibrio in scena.

Concludendo? Il condominio non è un far west, ma una piccola repubblica delle regole condivise. L’uso parti comuni condominio deve essere vissuto con rispetto e intelligenza, proprio come una scenografia che funziona solo se ogni attore conosce il proprio spazio.

Se qualcosa non ti torna, scrivimi su studiolegalestefanini@gmail.com.  

Capiremo insieme se quel vaso sul ballatoio è un dettaglio decorativo… o un vero problema giuridico!

Avv. Chiara Stefanini