Nel teatro quotidiano del condominio, la trama si infittisce sempre quando in scena entrano due personaggi scomodi: il moroso cronico e l’occhio elettronico. Da una parte c’è chi dimentica regolarmente le scadenze, dall’altra chi sogna di installare una videocamera per capire chi è che lascia sempre le bottiglie di plastica nel bidone dell’umido. E così, tra conti che non tornano e privacy che si assottiglia, l’amministratore si trova a dover recitare una parte difficile: quella del mediatore tra esigenze opposte, nel rispetto della legge e del buon senso. Ma quando la trama si complica, il sipario va alzato. E vanno dette le cose come stanno sul recupero crediti condominio e sulla regolamentazione telecamere condominio.
Recupero crediti condominio: come funziona il recupero dei crediti verso il condominio?
L’inquilino dell’attico dice che “provvederà a breve”. Quello del primo piano “non ha ricevuto il bollettino”. Nel frattempo, l’ascensore si blocca e i fondi per ripararlo mancano. Il recupero crediti condominio non è un optional, ma un dovere dell’amministratore. Solleciti, diffide, decreto ingiuntivo: le azioni legali si attivano a tutela di tutti i condòmini. In una delle tante commedie condominiali, si racconta di un amministratore che, per timidezza o diplomazia, ha atteso due anni prima di muoversi. Risultato: l’assemblea lo ha “invitato” a cercare nuove platee. Perché il condominio è paziente, ma non ama pagare due volte.
Cosa rischia l’amministratore che non riscuote i crediti dai condomini morosi?
Se l’amministratore indugia, può finire sotto i riflettori della responsabilità. Il Codice Civile (artt. 1129 e 1130) non lascia spazio a interpretazioni: chi gestisce male o non tutela il patrimonio comune, rischia la revoca per giusta causa e, nei casi più gravi, il risarcimento dei danni. Una scena tipica? Il consiglio che scopre – con tono da dramma shakespeariano – che il credito di un solo condòmino ha impedito la manutenzione del tetto. “Ma io non volevo creare conflitti,” si è giustificato l’amministratore. Peccato che il conflitto si fosse già infilato dalle infiltrazioni. Conclusione? Chi esita, perde l’applauso e, talvolta, anche il mandato.
Quali sono le regole per l’installazione di telecamere in un condominio?
Quando i conti non tornano, partono i sospetti. “C’è qualcuno che ruba la corrente in garage!” – “Serve una telecamera, altro che!”. Ma installare sistemi di videosorveglianza non è uno scherzo da comiche. Serve delibera assembleare, cartelli visibili, rispetto del GDPR e limiti ben precisi sulle aree sorvegliabili. Una signora, convinta di fare cosa gradita, ha installato una telecamera fai-da-te puntata sul corridoio. Ha ripreso tutto, compreso un vicino in ciabatte alle 6 del mattino che ora non le parla più. Risultato? Assemblea infuocata, rimozione del dispositivo e citazione di Kant da parte del proprietario del terzo piano: “La libertà finisce dove inizia l’inquadratura altrui.” La privacy non è solo un cartello, ma una regola di convivenza.
Recupero crediti condominio: dallo scoperto al sorvegliato
Si parte sempre da un dettaglio: una quota non versata, una bolletta fuori scala, uno sguardo storto in ascensore. E nel giro di poche assemblee, il condominio passa da scena corale a giallo psicologico. Ma non è con il sospetto né con il silenzio che si risolvono i conflitti. Serve una regia chiara, ruoli definiti, rispetto delle norme e degli altri. Per chi amministra, questo significa agire in modo tempestivo e trasparente. Per chi abita, significa conoscere i propri diritti. Se tra quote non riscosse dal recupero crediti condominio e videocamere “artigianali” ti sembra di essere finito in una commedia che non fa ridere più nessuno… scrivimi su studiolegalestefanini@gmail.com.
Avv. Chiara Stefanini